
ROMA – “Quell’’isterica’ non è mio. Moltissimi detrattori della norma Codice Rosso che ho incontrato sulla mia strada, nell’insistere sulla tesi secondo cui molte delle donne che denunciano una violenza in realtà non l’hanno subita, citano sempre quella parola. ‘E se è un’isterica?’, ‘Perdiamo tempo a causa di un’isterica?’, cose così. Per me, tutte le donne che denunciano una violenza vanno sentite entro tre giorni, poi si vede se chi denuncia dice la verità o calunnia”. Il ministro Giulia Bongiorno torna su quel termine, isterica, usato da lei due giorni fa a proposito delle donne che denunciano falsamente una violenza. La rete si era rivoltata, con pioggia di critiche e accuse al ministro di essere contro le donne. Bene, oggi Bongiorno ci torna per dire che no, non si pente per niente. E che il termine lo ha usato solo per averlo sentito usare da altri, non perchè sia una scelta linguistica.
Quindi “non ho nulla di cui scusarmi, questa volta. E glielo dico col cuore. Sono rimasta intrappolata nella rapidità a cui in quest’epoca i social, ma lo stesso vale per la tv, ci costringono“.
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Giulia Bongiorno, ministro per la Pubblica amministrazione, intervistata dal Corriere della Sera torna sul tweet nel quale parlando del Codice Rosso scriveva che tre giorni servono a stabilire ‘se si ha a che fare con un’isterica o con una donna in pericolo di vita’. Una donna che calunnia è ‘un’isterica’? “No, è una calunniatrice. Isterica fa parte del mio vocabolario solo come citazione altrui“, precisa Bongiorno.
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