Il corso “Stress e benessere psicofisico” all’interno del Portale di Formazione, si articola in 16 argomenti: stress, stato di salute, allenare la consapevolezza, focalizzare l’attenzione, grounding, respirazione, vibrazione e motilità, voce e suono, emozioni, disinnescare gli automatismi, gestire lo stress, atteggiamenti utili, trasformare l’energia, eventi stressanti, relazione, empatia, ascolto, accettazione incondizionata, comunicazione e ascolto, il potere delle credenze, visualizzazione creativa, percezione di sè e dell’altro.
Il termine stress significa tensione, sforzo, sollecitazione. Nel linguaggio comune è usato come sinonimo di ansia e affaticamento psico-fisico, in rapporto a situazioni di vita ad alto contenuto emotivo. É importante distinguere tra stressor e stress. Il primo è una situazione-stimolo generica, cioè una qualsiasi cosa che ci accade, che può avere una connotazione sia positiva che negativa. Lo stress propriamente detto consiste nella risposta generica del nostro organismo allo stimolo stressante. Di solito i due termini vengono spesso confusi e si indica come stress sia lo stimolo stressante che la risposta di stress. In origine la parola aveva un significato neutro, si differenziava lo stress positivo – eustress – da quello negativo – distress. Nella concezione neutra, lo stress non ha nulla che si deve evitare, anzi è necessario nella vita. L’eustress è quello che, nella nostra quotidianità, ci aiuta ad affrontare e superare le varie sfide che la vita ci propone, come ad esempio delle maggiori responsabilità in un qualche ambito che una volta assolte ci faranno sentire più soddisfatti e con un più alto grado di autostima.
Lo stress quindi è la risposta dell’organismo ad uno stimolo, positivo o negativo, che proviene dall’ambiente esterno. Viene definito anche “sindrome generale di adattamento” e si manifesta in tre fasi: di allarme, resistenza ed esaurimento/somatizzazione.
Lo stress può essere acuto cioè si verifica per un tempo limitato, oppure cronico, che dura nel tempo. Quest’ultimo può essere “cronico-intermittente”, che si presenta a intervalli regolari per una durata limitata, o “cronico” quando lo stress investe l’esistenza di una persona diventando un’ostacolo.
La sensibilità allo stress varia in relazione allo stato di benessere e di salute di una persona. Una persona stanca, che dorme poco, che non segue un’alimentazione equilibrata probabilmente disporrà di molte meno risorse per combattere lo stress, sarà quindi più vulnerabile e affronterà le situazioni nel modo sbagliato e accumulerà tensioni.
Quando c’è stress non c’è piena salute. La salute è la normale funzionalità dell’organismo, un fenomeno positivo. Per tenere lontane tutte le malattie è importante saper coltivare la salute ricordando che il corpo è un solo organo e i movimenti, i pensieri e il cibo influenzano tutta la sua attività.
Per imparare a rimanere in salute è importante saper riconoscere i segnali del corpo e della mente.
Per recuperare lo stato di salute una buona pratica è la meditazione. Alexander Lowen, psicoterapeuta e psichiatra statunitense, cominciò a sperimentare delle posizioni fisiche nuove che gli permettessero di sentirsi meglio e maggiormente integrato e a contatto con la realtà. Fu così che scoprì le posizioni di “grounding”. Il termine “grounding” si può tradurre in italiano con l’espressione “essere sulle proprie gambe”, “avere i piedi per terra”. Si osserva la postura e il modo di camminare.
La posizione principale di questa meditazione, consiste nel far posizionare il paziente in piedi, con le ginocchia leggermente flesse, i piedi con le punte rientranti e talloni divaricati alla stessa ampiezza delle spalle, il busto deve restare eretto e il peso del corpo deve essere distribuito su tutta la pianta del piede. In questa posizione il paziente deve lasciarsi respirare liberamente, cercando di far scendere il proprio baricentro fino alla pancia, punto che gli orientali chiamano “hara”. In questo modo il paziente dovrebbe pian piano sentire maggiormente il contatto dei piedi col suolo, sentirsi maggiormente radicato e più a contatto con la propria realtà. In questa posizione è facile che dopo un certo tempo comincino a svilupparsi delle leggere vibrazioni lungo le gambe, segno che le tensioni muscolari nelle gambe si stanno sciogliendo e l’energia comincia a circolare. Vi sono altre posizioni fatte assumere al paziente per aumentare il senso del “grounding”, come quella del “Bend-over” e quella dell’arco, tutte aventi lo scopo di far aumentare la sensazione di contatto con se stessi e con la realtà, oltre che quella di ampliare la respirazione e aumentare la circolazione dell’energia nel corpo.
Il contatto immaginativo con la terra di solito dà un senso di maggior solidità, forza e sicurezza. Da un punto di vista dell’energia e dello scorrimento di detta energia nel corpo, l’applicare il grounding – e fare esercizi sulla sua applicazione – portando l’attenzione del proprio peso che poggia sulle piante dei piedi e sul contatto che si ha con la terra, “caricando gambe e piedi”, permette alle altre parti del corpo (e in particolare agli occhi, al collo, alle spalle, alla schiena e alla zona lombare), di sciogliersi e rilassarsi.
Il suo presupposto è che “per vivere in armonia, ed essere ben presenti, è necessario avere un buon contatto con la terra, bisogna essere “radicati”, ovvero bisogna essere in contatto con il proprio corpo rimanendo consapevoli della realtà che si vive in quello specifico momento.
“La propria casa è il proprio corpo. Non essere connessi in modo sensibile con il proprio corpo vuol dire essere uno spirito disconnesso che fluttua attraverso la vita senza alcun senso di appartenenza. Tutti i pazienti con cui ho lavorato sentono, in misura maggiore o minore, questa separazione e solitudine, ed è un modo di essere tragico. L’obiettivo del mio lavoro terapeutico è aiutare le persone a ritrovare il loro senso di connessione con la vita e con gli altri, e radicarsi è l’unico modo per farlo” . (Alexander Lowen, 1910-2008)