Il Ministero del lavoro il 28 settembre ha pubblicato le misure da adottare nella prossima legge di bilancio (fase1) per far fronte alle problematiche in campo previdenziale.
Il Governo e le OO.SS. per sostenere i redditi medio-bassi da pensione, hanno aumentato la detrazione d’imposta per chi ha più di 74 anni per uniformare la loro no tax area a quella dei lavoratori dipendenti. La no tax area viene normalmente adottata quando non vi è già un sistema di sovvenzioni o rimborsi per i titolari di redditi bassi ed il regime fiscale prevede solo un numero limitato di spese detraibili, perché in caso di un numero elevato di detrazioni possibili si ottiene comunque un effetto di tassazione limitata o nulla per i redditi inferiori.
Per il sostegno alla flessibilità in uscita dal mercato del lavoro per i lavoratori con periodi contributivi in gestioni diverse, si consente l’accumulo gratuito di tutti i contributi previdenziali.
Si è concordato di favorire le carriere lavorative lunghe ed iniziate in età molto giovane, consentendo a quest’ultimi, l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi.
Per le lavoratrici e i lavoratori occupati in mansioni usuranti si concede l’anticipo del pensionamento di 12 o 18 mesi, che il beneficio possa essere usufruito a partire dal 2017 e si elimina l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita a partire dal 2019.
Esiste l’Ape volontaria, agevolata e imprese. L’Ape è richiesta presso l’INPS ed è finanziata da un prestito corrisposto da un istituto di credito.
Per chi è iscritto ad una forma di previdenza complementare, esiste Rita, Rendita integrativa temporanea anticipata. Il Governo si impegna anche a definire strumenti di incentivazione fiscale per agevolare l’utilizzo volontario del TFR accantonato presso l’impresa o di contributi aggiuntivi per accedere alle prestazione anticipate di previdenza complementare.
Tratto da: Ministero del Lavoro