Bruxelles 27 maggio 2015Distribuire il carico dell’accoglienza dei profughi tra i vari paesi membri, evitare strumentalizzazioni, identificare fin da subito chi ha diritto alla protezione e chi invece no. Queste le principali proposte formalizzate a Bruxelles dalla Commissione Europea per iniziare a tradurre in azione i propositi dell’Agenda Europea sull’immigrazione.
Innanzitutto, via libera alla ricollocazione (relocation) dei profughi. La Commissione propone di utilizzare per la prima volta un meccanismo di emergenza previsto dal trattato sul funzionamento dell’Unione europea in caso di afflussi improsvvisi e massicci verso uno o più stati membri.
La proposta è trasferire nei prossimi due anni 40 mila profughi arrivati da Italia (24 mila) e Grecia (16 mila) negli altri Paesi membri, secondo quote prestabilite. Il meccanismo riguarderà solo cittadini siriani ed eritrei che hanno bisogno di protezione e che sono arrivati in Italia e in Grecia dopo il 15 aprile 2015 o che arriveranno dopo il lancio del meccanismo.
La Commissione si dice pronta a far scattare lo stesso meccanismo anche per altri Paesi, come ad esempio Malta, che si dovessero trovare a fronteggiare un improvviso afflusso di migranti. Per ogni profugo ricollocato nei loro territori, gli Stati Membri riceveranno 6 mila euro.
La Commissione chiede poi agli Stati Membri di accogliere e reinsediare (resettlement) 20 mila persone che attualmente si trovano fuori dall’Ue e che l’Unhcr ha identificato come chiaramente bisognose di protezione internazionale. Anche in questo caso ci sono delle quote ed è previsto un aiuto economico da parte dell’Ue: 50 milioni di euro tra il 2015 e il 2016.
Arriva anche un piano quinquennale (2015-2020) per prevenire e contrastare la tratta di esseri umani. Prevede azioni come la schedatura delle navi sospette; piattaforme dedicate per aumentare la cooperazione e scambiarsi informazioni con istituzioni finanziarie; collaborazione con gli internet service provider e social media per identificare e rimuovere velocemente i contenuti pubblicati sul web dai trafficanti per pubblicizzare le loro attività.
“Per far funzionare bene il sistema comune d’asilo Ue, ai migranti devono essere sistematicamente prese le impronte digitali quando arrivano”, sottolinea la Commissione, che ha pubblicato delle linee guida a riguardo. Squadre (“hotspot team”) delle agenzie europee Easo, Frontex ed Europol, verranno impiegate sul campo per identificare, registrare i migranti, prendere loro le impronte e valutare quelli che hanno bisogno di protezione.
Bruxelles vuole anche migliorare la direttiva europea sulla blue card, che semplifica l’arrivo nell’Ue di lavoratori stranieri altamente qualificati ma finora è poco utilizzata. Per questo viene lanciata una consultazione pubblica con migranti, datori di lavoro, sindacati, organizzazioni governative e associazioni per raccogliere suggerimenti. Infine, la Commissione prende nota di un nuovo piano operativo di Triton. Questo prevede l’utilizzo di più uomini e mezzi, ma anche l’estensione dell’area di intervento dell’operazione di Frontex verso sud, fino a coprire l’area in cui operava Mare Nostrum.