Nel 2013- 2014, si è registrato un sorpasso dei ragazzi di seconda generazione, che sono ormai oltre il 50 per cento del totale degli alunni stranieri nel nostro Paese. Numeri che arrivano direttamente dal Report statistico diffuso oggi dal Miur.
Ad oggi, i figli di immigrati devono aspettare la maggiore età per ottenere il documento italiano, dimostrando una residenza senza interruzioni fino ai 18 anni, e per sbrigare queste pratiche burocratiche c’è un tempo pari ad un anno.
Il presidente del consiglio Matteo Renzi, dopo l’approvazione della legge di Stabilità e la riforma elettorale, sembra intenzionato ad approvare la legge relativa alla cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia, passando dallo ius sanguinis allo ius soli in forma temperata. L’acceleramento legislativo prevederebbe il compimento di un solo ciclo scolastico, la scuola dell’obbligo o la scuola secondaria superiore, per ottenere la cittadinanza italiana.
Il disegno di legge prevede l’inizio del suo percorso alla Camera prima di fine anno.
Un “fatto di civiltà”? O adeguamento ad una realtà per un paese in cambiamento che inevitabilmente necessita di riconoscere l’integrazione che già è in atto nella quotidianità della vita?