ROMA – La base del Movimento 5 Stelle ha detto no al processo a Matteo Salvini. Poco più di 50mila iscritti hanno votato sulla piattaforma Rousseau: il risultato, 59% al 41%, dice no all’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’interno sul caso Diciotti.
“Ritengo che il voto sia stato inopportuno”, commenta la senatrice 5 stelle Paola Nugnes a Circo Massimo, su Radio Capital, “La rete aveva già votato su questo punto quando abbiamo votato il programma, e io ed Elena Fattori l’abbiamo fatto presente a Luigi Di Maio con una lettera. Temevamo potesse essere un autogol. È una contraddizione forte, perché questa votazione fuori regolamento. Nell’articolo 4 dello Statuto, che è quello che regola le votazioni, quelle di questo tipo non sono previste”.
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Una forzatura nata dall’esigenza di salvare il governo, ma che Nugnes non condivide: “Per me bisogna cercare un altro mezzo per trovare le convergenze e non cedere passo passo a ricatti. Condivido l’idea di voler andare avanti per portare avanti il programma, ma questo cedere può essere deleterio per il M5S e per il Paese. Si sta disegnando un’idea di società respingente, che fa leva sui più deboli. Siamo in recessione etica e morale, si sta dando adito a una visione di chiusura e di respingimento che non appartiene al vero Movimento”.
C’è chi ha fatto notare che, rispetto all’elettorato del Movimento, 52mila votanti sono pochi: “Ma è un numero alto rispetto ad altre votazioni”, fa notare la senatrice, più volte in dissenso con la linea 5 stelle, “sono stati di più perché stavolta ha deciso di votare anche chi non era d’accordo”.
E c’è anche chi ha sollevato dubbi sulla regolarità del voto: “So che non c’è un controllo terzo, ma non posso sospettare manipolazioni. Anche perché un 40% a sfavore è un dato importante per questo tipo di votazioni”. Nugnes dice di fidarsi ancora del capo politico 5 stelle (“Non ho motivi di non fidarmi di Di Maio, anche se non ne condivido le strategie”) ma avverte: “Con questo voto il M5S ha perso una parte della sua natura, dal punto di vista elettorale dovrebbe costare caro. Nella mia bolla di percezione il dissenso è ampissimo, come lo scontento di attivisti e anche di tanti portavoce a tutti livelli”.
Nugnes è ancora in attesa del giudizio dei probiviri per il suo dissenso sul decreto sicurezza ma non teme di essere espulsa: “Sono nel M5S dal 2007, e sono coerente nella mia posizione, che non è isolata. E voglio portarla avanti. È il Movimento che si è spostato. Posso comprendere gli obiettivi ma non condividerli. Non lascio il Movimento, continuo a combattere. Sono convinta e serena delle mie posizioni”.
E se verrà cacciata? “Se accadrà”, conclude la senatrice, “non sarò stata cacciata dal Movimento ma dal partito di qualcuno che ha preso il posto del Movimento”.
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