ROMA – Se Armando Siri dovesse restare al suo posto si dovrebbe far cadere il governo Lega-M5S? “Secondo me sì, problemi non ce ne saranno”, perché “tra il mantenere un esecutivo che manda messaggi equivoci e il far capire che la prima emergenza di questo Paese è combattere le organizzazioni mafiose, il M5S non avrà esitazione alcuna nello scegliere in coerenza con i valori fondativi del movimento”. Nicola Morra, presidente M5S della commissione Antimafia, lo dice ad Agorà su Raitre. “Gli scenari si stanno valutando ora per ora”, spiega Morra, “ma in qualità di capo politico Luigi Di Maio ha fatto capire che sarebbe intollerabile la permanenza di Armando Siri nella compagine governativa“, quindi “siamo fiduciosi un provvedimento in tal senso verrà preso”.
“Roma sta costantemente scivolando verso un maggior degrado”, certo, ma non solo per colpa dell’attuale Sindaco. Ciò detto, la presunzione di innocenza “vale per Siri, vale per Raggi, vale per tutti”, quindi “ci vorrebbe una sentenza prima di scelte politiche” come la richiesta di dimissioni.
“E’ un fatto gravissimo se un politico accetta denaro per piegare la propria funzione pubblica, non è grave, è gravissimo, è più grave rispetto al reato commesso da una persona comune”. Ciò detto “il mio problema è il ‘se’, quali sono gli elementi che ci permettono di dire che Siri ha fatto questo? Non abbiamo letto le intercettazioni ma le interpretazioni dei giornali”, dichiara Bongiorno. “Se Siri ha sbagliato non applicheremo rigore ma tanto rigore, se non ha sbagliato e lo stiamo massacrando è grave”, dice Bongiorno, “ho visto politici dichiarati innocenti dopo anni”. Quindi “se l’intercettazione è inequivocabile contro Siri, va bene, ma nessuno l’ha mai vista”, dice il ministro, se fosse vera “saremo durissimi” ma parlare del sottosegretario “come fosse una persona condannata mi fa tremare i polsi”.
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