ROMA – Dopo il ‘caso’ di Bologna, dove un genitore si è risentito e ha scritto al Comune chiedendo spiegazioni dopo aver scoperto che ai bambini era stata fatta ascoltare la canzone ‘Bella ciao’ mentre erano all’asilo, l’Anpi, associazione nazione dei partigiani, decide di intervenire per dire la sua.
L’asilo in cui è successo l’episodio è il nido Pezzoli, del quartiere Savena. La canzone ‘Bella ciao’ era inserita in un cd di canzoni per bambini insieme ad altri titoli. Il Comune ha risposto al papà arrabbiato (che dice “Avrei contestato anche se avessero ascoltato ‘Faccetta nera’, credo che i bambini vadano tenuti fuori da tutto’) dicendo che non ci trovava nulla di sbagliato.
Ecco la nota dell’associazione dei partigiani:
“Bella Ciao è una delle canzoni italiane più conosciute al mondo. Durante la Resistenza non ha avuto una gran diffusione in quanto era nota solo ad alcuni combattenti e in zone circoscritte, solo successivamente è diventata un canto simbolo, un inno internazionale di libertà. Moni Ovadia- prosegue l’Anpi- scrive che Bella Ciao è “una canzone che ancora mobilita i cuori e le menti di donne e uomini che non hanno rinunciato ad opporsi all’oppressione in qualunque forma e sotto qualunque sole si manifesti”.
E ancora: “Oggi Bella Ciao è un canto tradotto in almeno 40 lingue ed è protagonista di tutti i 25 Aprile, del repertorio di bande di paese e di quello di musicisti strepitosi, primo fra tutti Riccardo Tesi. Intonata in occasione di funerali laici (il ricordo va a Enrico Berlinguer, Enzo Biagi, Bruno Trentin, Pietro Ingrao, don Gallo), ma anche a Parigi dopo la strage alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, la canzone è stata via via adottata dai braccianti messicani in California, dai combattenti curdi, dagli armeni dispersi nel mondo”.
In sostanza, “è come se Bella Ciao fosse sempre lì a scandire i passaggi importanti della storia contemporanea. Un piccolo bene immateriale capace di segnare il confine tra la guerra e la Liberazione. Tra le guerre e le Liberazioni- prosegue ancora l’Anpi-. Commette un grave errore chi pensa che sia il canto dei comunisti da contrapporre ai canti patriottici o che vada considerato paritetico agli inni del ventennio. Bella Ciao è un canto antifascista e quindi inneggiante ai valori più profondi e autentici della democrazia, nata dalla Resistenza”.
Infine la conclusione”: Ecco perché Bella Ciao è l’esempio di come una canzone possa raccontare molto altro oltre alle parole e al ritmato battimani che l’hanno fatta conoscere ed amare nel mondo e che piace così tanto ai bambini. Bella Ciao è una canzone di tutti, un patrimonio prezioso da conoscere e da difendere“.
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