Papa Francesco: “la crisi economica mondiale è un sintomo grave della mancanza di rispetto per l’uomo”.
Un giorno per ricordare il naufragio avvenuto al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013, nel quale morirono quasi quattrocento migranti. Quel giorno l’assistente del capitano dell’imbarcazione, carica di profughi, per attirare l’attenzione delle autorità italiane e far scattare i soccorsi, gettò a terra una torcia infuocata che provocò un devastante incendio e fece colare a picco l’imbarcazione. I primi ad accorgersi della tragedia furono dei pescatori locali che videro la gente in mare in mezzo a pozze di gasolio. Furono proprio quei pescherecci a caricare i primi superstiti.
La ricorrenza è stata istituita con la legge n. 45 del 21 marzo 2016 e ha lo scopo di promuovere la sensibilizzazione al rispetto dei diritti e della dignità umana, nonché dei valori dell’accoglienza e dell’integrazione.
Questa sera su Rai 3 andrà in onda il docu-film “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi che racconta la situazione dei migranti a Lampedusa. Nel cast sono presenti anche i cittadini dell’isola che ogni giorno offrono il loro aiuto e sostegno, come nel caso del dottor Pietro Bartolo, il medico che dirige il poliambulatorio di Lampedusa nel centro di prima accoglienza che visita tutti gli immigrati non appena arrivano.
TV2000 alle ore 19: 30 trasmetterà il documentario “LampeduSani” di Costanza Quatriglio e Erri De Luca e alle ore 24:15, “Nelle scarpe degli altri” di Massimiliano Cochi e Andrea Salvatore.
Nel documento di posizione della Fondazione Konrad Adenauer dal titolo: dignità e diritti dell’uomo nell’era della globalizzazione è scritto:
“L’uomo non deve mai diventare oggetto. […] non deve essere utilizzato come mezzo a fini di sperimentazione o terapia medica.[…] Nessuno deve guadagnarsi il proprio diritto alla vita o la sua dignità umana attraverso le sue capacità o il suo rendimento, dato che questi elementi sono insiti nella sua stessa esistenza. […] I diritti dell’uomo o sono universali o non sono” (di Fabio).
Tale universalità va difesa. E va difesa in tutto il mondo. Perché è proprio nel contesto della globalizzazione che viene sempre più messa in discussione.
[…] i diritti dell’uomo riescono a prosperare soltanto in un contesto di democrazia e stato di diritto. Inoltre, possono essere fatti valere soltanto quando sussistono le relative condizioni di base. Lo sviluppo di un ordinamento giuridico efficiente, l’impegno per la separazione dei poteri e la creazione di un sistema giudiziario riconosciuto ed indipendente rappresentano altrettanti compiti politici per tutto il mondo. Lo stesso vale per la garanzia della libertà di espressione e di stampa, visto che le violazioni dei diritti umani vengono divulgati in primo luogo attraverso i media. Inoltre, la stessa libertà di espressione rappresenta un indicatore per il livello di democrazia del paese. Un’informazione libera e responsabile, associata alle strutture dello stato di diritto, costituisce un fondamento e strumento irrinunciabile perché i diritti umani si trasformino in doveri umani – in tutte le regioni del nostro pianeta.
La povertà estrema non è conciliabile con la dignità umana […]
In molte nazioni, intere fasce della popolazione sono escluse dal progresso e spinte verso i margini della società, mentre si perde di vista il bene comune. In tempi di globalizzazione, la rivendicazione dei diritti sociali elementari dell’individuo deve più che mai far parte di una politica economica orientata all’uomo. […] La globalizzazione è una sfida per il nostro fondamento di valori. Se vogliamo che la globalizzazione abbia un successo sostenibile, la dobbiamo plasmare attivamente, non soltanto gestirla. Le sue dinamiche hanno bisogno di una cornice etica. I due termini “dignità umana” e “diritti umani” possono servirci da bussola.